Come vivere il Natale accanto ad una persona con demenza

Il periodo delle festività può essere emotivamente molto intenso per chi si prende cura di una persona con demenza. Da un lato il desiderio di condividere momenti di calore e vicinanza, dall’altro la fatica, l’incertezza e – per molti caregiver – il dolore silenzioso di non ritrovare più, in chi si ha accanto, la persona “di prima”.

Il Natale è vissuto come una delle sfide più delicate dell’anno: la casa piena, le tradizioni da mantenere, le aspettative, il confronto con gli anni passati… Tutto questo può diventare un carico pesante.
Ma è possibile viverlo in modo diverso, più autentico e sostenibile.
Qui di seguito condividiamo alcuni spunti pratici, frutto dell’esperienza clinica e quotidiana, per affrontare le festività con maggiore serenità – per la persona con demenza e per chi le sta accanto.

Coinvolgere, anche nei piccoli gesti

Includere la persona con demenza nelle attività familiari, anche con ruoli semplici, può fare la differenza: preparare insieme un segnaposto, appendere una decorazione, scegliere la tovaglia o aiutare a confezionare un regalo. Non si tratta di fare “bene”, ma di sentirsi parte. Questo rafforza l’identità e riduce la sensazione di esclusione.

Creare uno spazio tranquillo

Le feste possono essere piene di stimoli: musica, luci, voci, confusione. Per chi ha difficoltà cognitive, tutto questo può generare agitazione o disorientamento. È utile prevedere una zona della casa più silenziosa e protetta, dove la persona possa ritirarsi in caso di bisogno, senza dover giustificare o spiegare.

Mantenere le routine

La demenza è una condizione in cui la prevedibilità dà sicurezza. Durante le festività, mantenere gli orari dei pasti, i momenti di riposo e i piccoli rituali quotidiani può aiutare a ridurre lo stress e lo spaesamento.

Adattare le tradizioni

Non tutte le abitudini familiari sono adatte ad ogni fase della malattia. A volte è necessario modificare o alleggerire alcune tradizioni, per proteggere il benessere della persona e dell’intero nucleo familiare. Farlo non è una rinuncia, ma un atto d’amore e di consapevolezza.

Informare i familiari in anticipo

Quando la demenza è in fase iniziale, i cambiamenti non sono sempre visibili. Parlare in anticipo con amici e parenti aiuta a evitare equivoci: spiegare che non serve correggere, che è meglio non fare domande sulla memoria, e che è importante usare un tono calmo e accogliente.
La consapevolezza protegge la relazione.

Includere bambini e ragazzi

Durante le feste, può capitare che ci siano nipoti più giovani che osservano con attenzione ciò che succede, ma spesso non comprendono appieno i cambiamenti del nonno o della nonna. Parlare con loro in modo semplice e sincero può aiutarli a non spaventarsi, a non sentirsi confusi o esclusi. Spiegare che il nonno non ricorda tutto, che a volte può dire cose strane, ma che le emozioni e l’affetto sono ancora vivi, può dare loro strumenti per stare vicini in modo naturale.

Coinvolgerli in attività condivise – come cantare una canzone conosciuta, mostrare una foto del passato o preparare insieme un biglietto – può trasformarli in una preziosa risorsa affettiva e relazionale.

Sostenere l’autonomia possibile

Anche nella fragilità, la persona con demenza ha bisogno di sentirsi attiva. Lasciare che scelga cosa indossare, dove sedersi, o se partecipare a un’attività, rafforza la dignità e l’autoefficacia, elementi fondamentali per il benessere.

Scegliere regali che parlano alla memoria

Un dono legato alla professione svolta in passato, a una passione, a una foto significativa può favorire la memoria autobiografica e riattivare un senso di continuità con la propria storia. La memoria può affievolirsi, ma le emozioni rimangono.

Favorire la memoria emotiva

Anche quando la memoria cognitiva vacilla, la memoria emotiva resta intatta più a lungo. Un profumo, una canzone, una ricetta familiare possono evocare sensazioni di familiarità, sicurezza e piacere. La persona può non ricordare il fatto, ma può ricordare come si è sentita.

Un invito a vivere il Natale nel qui e ora

Spesso, il dolore più grande del caregiver nasce dal confronto con il passato. Ma la relazione può continuare ad esistere, anche se cambia forma. Imparare a stare nel presente, nel qui e ora, è forse la sfida più grande ma anche la più generativa.

Non è necessario far rivivere ciò che non è più. È possibile creare nuove connessioni, più lente, più semplici, ma comunque vere.

Non sei solo

Al Mago di Oz ci impegniamo ogni giorno a prenderci cura non solo della persona con demenza, ma anche di chi le sta accanto.
Il benessere del caregiver è fondamentale: se sta bene chi si prende cura, sta meglio anche chi è accudito.
Sostegno, ascolto, condivisione: sono il nostro modo per stare accanto alle famiglie, anche durante le festività.
Siamo qui per camminare accanto a te.

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Lanciava piano. Per questo lo scartavano tutti.

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