Individuare precocemente un calo cognitivo: perché è importante riconoscere i segnali e non sottovalutarli
La memoria, così come l’attenzione, il linguaggio e il ragionamento, rappresenta una delle funzioni cognitive più preziose per la nostra autonomia, qualità di vita e identità. Per questo è importante imparare a riconoscere eventuali segnali precoci di un calo cognitivo e intervenire tempestivamente, soprattutto in una società che invecchia sempre di più.
Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia oltre 1.100.000 persone convivono con una forma di demenza, di cui circa il 50-60% con diagnosi di malattia di Alzheimer. L'età media della diagnosi si colloca intorno ai 78 anni, ma è importante sapere che il processo neurodegenerativo può iniziare molti anni prima della comparsa dei sintomi più evidenti.
Incidenza e fattori di rischio
Uomini e donne: chi è più colpito? Le statistiche mostrano che le donne sono colpite in misura maggiore rispetto agli uomini: secondo l’OMS, circa il 65% delle diagnosi di Alzheimer interessa soggetti di sesso femminile. Ciò è dovuto in parte alla maggiore aspettativa di vita delle donne, ma anche a fattori biologici e ormonali che potrebbero influenzare la vulnerabilità neuronale.
Decadimento cognitivo precoce: un dato in crescita. Sebbene sia più comune dopo i 65 anni, il decadimento cognitivo può insorgere anche in età più giovane. Si parla in questi casi di Alzheimer ad esordio precoce, che può manifestarsi già tra i 45 e i 60 anni. Anche se rappresenta solo il 5-10% dei casi totali, questa forma tende a essere più aggressiva e sottodiagnosticata.
Tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di patologie neurodegenerative rientrano l'età avanzata e la familiarità: avere un parente di primo grado (genitore o fratello/sorella) con diagnosi di Alzheimer o altra forma di demenza può aumentare significativamente il rischio individuale. In alcuni casi, specifiche varianti genetiche (come l'allele APOE-e4) sono associate a una maggiore vulnerabilità allo sviluppo della malattia.
Perché la diagnosi precoce fa la differenza?
Individuare un decadimento cognitivo nelle fasi iniziali è oggi considerato uno degli strumenti più efficaci per rallentare la progressione dei sintomi e preservare più a lungo possibile la qualità della vita. La letteratura scientifica (ad es. lo studio dell’AIMA - Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, 2021) sottolinea come gli interventi cognitivi, nutrizionali e psicoeducativi siano molto più efficaci se attivati nelle fasi precoci della malattia.
Intervenire presto permette di:
attivare tempestivamente trattamenti farmacologici e riabilitativi
pianificare il futuro con maggior consapevolezza
sostenere la famiglia con strumenti adeguati
prevenire complicanze e isolamento sociale
I segnali da non trascurare
Alcuni sintomi iniziali possono essere lievi o scambiati per "normale invecchiamento". Tuttavia, è bene approfondirli se si manifestano in modo frequente o con progressivo peggioramento. Tra i più comuni:
Dimenticare eventi recenti o conversazioni importanti
Ripetere le stesse domande o frasi
Perdere oggetti o non ricordare dove siano stati riposti
Difficoltà a seguire un discorso o a trovare le parole giuste
Cambiamenti nel comportamento, nell'umore o nel sonno
Difficoltà nell'organizzazione di attività quotidiane
Se riconosci uno o più di questi segnali in te o in una persona cara, parlarne con un professionista può fare la differenza.
Nel nostro poliambulatorio promuoviamo la campagna periodica MEMORIA+, che offre incontri gratuiti di prevenzione cognitiva rivolti agli adulti over 50. Attraverso la somministrazione di un semplice questionario informale e non diagnostico, i nostri specialisti possono aiutarti a fare il punto sul tuo benessere mentale e, se necessario, orientarti verso approfondimenti mirati.
La memoria è un bene prezioso. Prenditene cura oggi, per vivere meglio domani.