Mamma e papà, il gioco fa bene anche a voi!

 

Scritto dalla Dott.ssa Ruena Ventimiglia, Psicologa e Psicoterapeuta

Siamo abituati a pensare alle attività di gioco sempre in relazione al benessere dei bambini e alla relazione tra essi e i loro genitori. Questo resta ampiamente dimostrato: attraverso questo tipo di attività il bambino sviluppa le proprie potenzialità intellettive, affettive e relazionali. Giocare insieme consolida il rapporto tra genitori e figli poiché consente al bambino di sentirsi accettato, accolto, e apprezzato. Resta un’insostituibile occasione in cui  dimostrare che sia divertente e piacevole il tempo trascorso insieme e come pure le attività proposte dal bambino accrescendo così la sua autostima.

Giocare rappresenta  tuttavia un’attività fondamentale anche per il benessere degli adulti.

L’Analisi Transazionale ci aiuta a comprenderne i motivi. Per farlo è necessario dare un rapido sguardi agli elementi di base di questa teoria della personalità.

Eric Berne, padre dell’Analisi  Transazionale, ha ideato il concetto di Stati dell’Io per aiutare a spiegare come siamo fatti e come ci relazioniamo con gli altri; sono rappresentati da tre cerchi sovrapposti e sono uno degli elementi costitutivi dell’Analisi Transazionale. La struttura della personalità viene scomposta in tre parti:  Genitore (G), Adulto (A) e Bambino (B), questo ci permette di classificare il nostro modo di pensare, sentire e comportarci. È importante notare che ogni Stato dell’Io è scritto con una lettera maiuscola per indicare la differenza tra i veri genitori, adulti e bambini che invece sono scritti invece con la lettera minuscola.

Stato dell’Io Genitore → è un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti che abbiamo copiato dai nostri genitori e dalle altre persone significative. Quando facciamo questo, si parla di introiezione, ossia di fare nostre idee, credenze, sentimenti e comportamenti delle figure genitoriali.

Stato dell’Io Adulto → è un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti che sono risposte dirette al qui e ora. È come un elaboratore di dati che funziona come un computer, organizzando l’informazione, valutando le probabilità e facendo affermazioni logiche. Svolge il ruolo di mediatore tra Genitore e Bambino.

Stato dell’Io Bambino → è un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti che vengono riprodotti dalla nostra infanzia, possiamo definirla la parte “spontanea”, quella che conserva memoria delle emozioni vissute durante l’infanzia: entusiasmo, meraviglia, ma anche insicurezza e paura.

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Ognuno di questi stati dell’Io si esprime, agisce ed entra in relazione con gli altri nelle diverse situazioni in cui ci veniamo a trovare.

A livello funzionale, gli Stati dell’Io (G, A, B) vengono suddivisi per permetterci di vedere in che modo li utilizziamo:

  • Lo Stato dell’Io Genitore, si suddivide in Genitore Normativo (detto anche Critico) che è critico, potente, dogmatico, esigente e punitivo e Genitore Affettivo che è premuroso, protettivo, rassicurante, permissivo, interessato.

  • Lo Stato dell’Io Adulto generalmente non è suddiviso.

  • Lo Stato dell’Io Bambino, si suddivide in Bambino Adattato che si comporta come se ci fosse un genitore che sta a vedere o sentire, ed è perciò controllato e compiacente e il suo comportamento è un adattamento agli altri e Bambino Libero (detto anche Bambino Naturale) che invece si esprime spontaneamente, senza preoccuparsi delle reazioni dei genitori, il suo comportamento non è un adattamento ai genitori.

Tutti gli Stati dell’Io sono fondamentali per compiere scelte equilibrate: il Genitore fornisce protezione, permessi e opinioni quando è necessario, come pure incoraggiamento, cure affettuose e sostegno. L’Adulto fornisce informazione analisi e valutazione delle probabilità. Il Bambino offre un diverso tipo di consapevolezza e di pensiero, creatività amore e entusiasmo. Dà inoltre un modello per godere, sentire e risolvere desideri e bisogni.

È importante sottolineare che ciascuno di noi possiede ed utilizza tutti e tre gli Stati dell’Io, sebbene possa esservi la tendenza a utilizzare in modo privilegiato uno dei tre. L’Adulto integrato ascolta e verifica i dati che arrivano dagli altri stati dell’Io: esamina se le informazioni provenienti dal Genitore sono avvalorate dalla realtà dei fatti e se sono funzionali, come pure se quelle provenienti dal suo Bambino sono aggiornate e appropriate alla realtà attuale.

All’interno di questo panorama teorico diventa evidente l’importanza di continuare a dare voce e nutrire lo Stato dell’Io Bambino Libero, proprio perché capace di sollecitare gli aspetti legati alla creatività e al godimento gioioso delle esperienza come anche di segnalarci momenti in cui ci percepiamo più fragili e insicuri.

Il gioco, quindi,  non è essenziale solo per i bambini, ma può essere un importante stimolo anche per gli adulti. Giocare con il proprio compagno, con gli amici, i colleghi, gli animali e i bambini è sicuramente un modo per sviluppare l’immaginazione, la creatività, le abilità necessarie per risolvere i problemi e per migliorare il proprio benessere emozionale.

Non c’è bisogno di fare qualcosa di particolare per divertirsi. E’ sufficiente bighellonare con gli amici, scherzare con un collega di lavoro, lanciare un frisbee in spiaggia, travestirsi per Halloween, costruire un pupazzo di neve in giardino, giocare con il cane, partecipare al gioco dei mimi ad una festa o fare un giro in bici, senza meta. Durante la vita adulta l’attività di gioco può anche mettervi in contatto con persone che altrimenti non avreste mai incontrato, perché o appartenenti a diversi strati sociali o a causa della pigrizia, che porta, spesso, a frequentare soltanto colleghi di lavoro o coetanei.

Darsi il permesso di giocare ci aiuta a entrare più in contatto con il nostro Stato dell’Io Bambino, a sentirne lo spirito, l’entusiasmo e la leggerezza consentendoci di prendere decisioni più integrate e ricche di benessere.