Come riconoscere la depressione adolescenziale? Il parere della specialista

 

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Intervista alla Dott.ssa Silvia Stranieri, psicologa psicoterapeuta

L'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha evidenziato una preoccupante situazione: al Bambin Gesù, noto Ospedale Pediatrico di Roma, sono arrivate tantissime richieste di recovero per disturbi psicologici e fisici, sintomo di una problematica quasi fuori controllo. Tantissimi adolescenti stanno soffrendo a causa delle restrizioni sociali e presentano sempre più sintomi allarmanti.

Perchè un numero sempre maggiore di adolescenti manifesta la necessità di un supporto psicologico?

La pandemia che stiamo vivendo sta aumentando i livelli di stress: questo facilita la comparsa di una serie di disturbi o, dove sono già presenti, li amplifica. Si tratta principalmente di disturbi d'ansia, disturbi del sonno e depressione. Questo aumento è dovuto fondamentalmente a due fattori:

  • la paura di ammalarsi o addirittura di morire, una paura costante che i ragazzi vivono quotidianamente sia a casa che fuori;

  • la mancanza di socialità e del confronto con il gruppo di coetanei: dover passare forzatamente tanto tempo a casa ha tolto loro la possibilità di parlare e di sfogarsi con i propri amici (difficilmente un adolescente si confida con un genitore), e il fatto di doverlo fare “a distanza” non produce lo stesso effetto. Da qui, hanno origine alcuni comportamenti come il ritiro sociale o addirittura l'autolesionismo che vengono attuati nella convinzione irrazionale di potersi liberare dal dolore interiore che provano.


Come si fa ad accorgersi che il proprio figlio è depresso? Ci sono comportamenti facilmente identificabili come campanelli d'allarme?

Ci sono alcuni segnali che ci possono far intuire che un ragazzo manifesta sintomi depressivi:

  • un umore irritabile o particolarmente triste per giornate intere;

  • una chiara mancanza di interesse verso attività che prima erano ritenute piacevoli;

  • disturbi del sonno che possono manifestarsi sia nell'andare a letto moltardi che nei frequenti risvegli notturni;

  • una tendenza generale all'agitazione;

  • sbalzi di appetito con conseguenze significative sul peso corporeo;

  • una difficoltà di concentrazione;

  • una bassa autostima.

Questi sono tutti sintomi che possono comparire normalmente nella fase adolescenziale ma, se sono presenti con una certa continuità, è consigliabile rivolgersi ad uno specialista per valutare accuratamente l’entità del disagio e poter attuare un intervento tempestivo qualora sia necessario.

E’ bene che i genitori comprendano ciò che sta passando il figlio e siano disposti a cambiare alcuni aspetti del proprio stile educativo

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Quali sono gli accorgimenti che i genitori possono mettere in pratica tra le mura domestiche per sostenere i propri figli?

I ragazzi hanno bisogno di essere compresi e rispettati nel loro disagio. É importante fargli sentire la propria vicinanza ed essere accoglienti verso ciò che provano, senza sminuire i loro stati d'animo. É fondamentale avere un dialogo il più possibile aperto con i ragazzi e spiegare con molta chiarezza la situazione che stiamo vivendo. A volte gli adolescenti si mostrano scettici di fronte alla problematica del Covid e credono che non li riguardi direttamente: in questi casi, può essere utile guardare insieme a loro programmi informativi che li aiutino a far chiarezza sulla situazione. In questa fase il genitore dovrebbe cercare di evitare il più possibile di andare in opposizione con il proprio figlio, mantenendo la propria fermezza riguardo al rispetto di alcune regole senza tuttavia essere impositivo. Un altro aspetto fondamentale da è cercare di mantenere, nonostante le restrizioni, una routine quotidiana: i ragazzi erano abituati a vivere una settimana scandita da scuola, compiti, attività pomeridiane, sport e uscite con gli amici. Adesso non hanno più questi riferimenti temporali e i genitori possono supportarli nella creazione di nuove routine, stimolandoli “a fare” proprio per evitare l'apatia e l'isolamento. Un ultimo accorgimento riguarda una maggiore tolleranza nei confronti della tecnologia in questo particolare momento in cui i dispositivi elettronici sono l’unico strumento che permette ai nostri figli di rimanere in contatto con i propri amici.

Come si interviene a livello terapeutico su un adolescente con sintomi depressivi?

E’ sempre fondamentale, quando possibile, coinvolgere i genitori nel processo terapeutico: questo ci permette non solo di esplorare meglio le cause del problema, ma anche di identificare insieme le soluzioni più adatte. E’ bene che i genitori comprendano ciò che sta passando il figlio e siano disposti a cambiare alcuni aspetti del proprio stile educativo. La terapia individuale con il ragazzo prevede:

  • un lavoro sull’alfabetizzazione emotiva, il cui obiettivo è quello di facilitare il riconoscimento delle emozioni e la comprensione del loro stretto rapporto con i pensieri;

  • l'individuazione e la messa in discussione dei pensieri irrazionali legati alle reazioni emotive disfunzionali.

Questo processo farà si che il ragazzo impari progressivamente a trasformare i convincimenti disfunzionali che alimentano il suo umore depresso.