EMDR e Trauma in età evolutiva

 

Scritto dalla Dott.ssa Ruena Ventimiglia, Psicologa e Psicoterapeuta

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Cosa e’ l’EMDR

 L’EMDR (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti. Consente di affrontare i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte psicopatologie come depressione, ansia, fobie, lutto acuto, sintomi somatici, malattie psicosomatiche e dipendenze.

La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (sistema adattivo dell’elaborazione dell’informazione) che altro non è che un meccanismo di “digestione” dei traumi emotivi a cui tutti noi andiamo incontro nel corso della vita nelle occasioni in cui sperimentiamo esperienze impattanti. Come l’apparato digerente trae dal cibo le sostanze utili e rigetta il resto, il sistema nervoso estrae dal trauma l’informazione utile, l’ “apprendimento” e in pochi giorni si sbarazza delle emozioni dei pensieri e dell’attivazione fisiologica che, una volta passato l’avvenimento, non sono più necessari. In certe situazioni, però, questo sistema può essere insufficiente: ciò accade se il trauma subito è troppo forte o anche in seguito ad avvenimenti meno gravi che però accadono in momenti in cui si è particolarmente vulnerabili o quando si è bambini, quindi incapaci di difendersi.

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 COSA SI INTENDE PER TRAUMA PSICOLOGICO

Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. Esistono i “piccoli traumi” o “t”, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intensa. Si possono includere in questa categoria eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia. Accanto a questi traumi di piccola entità si collocano i “traumi T”, ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti stradali assistiti o vissuti, lutti in età infantile, ospedalizzazioni etc.

La ricerca scientifica ha dimostrato che le persone reagiscono alle due tipologie di trauma sopra descritte, dal punto di vista emotivo, mostrando gli stessi sintomi. Non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo. Le risposte subito dopo uno di questi eventi possono essere moltissime e variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve periodo di tempo, fino alle reazioni più gravi, quelle che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico.

COSA SUCCEDE DOPO UN EVENTO TRAUMATICO

L’essere stato vittima di un evento traumatico porta a conseguenze che possono essere riscontrabili non solo a livello emotivo, ma lasciano il segno anche nel corpo di chi è sopravvissuto a uno di questi eventi. Ciò che ha un impatto emotivo molto forte si ripercuote anche a livello corporeo. Molte ricerche testimoniano una forte correlazione tra l’esposizione ad esperienze traumatiche vissute all’interno del proprio contesto familiare - quali l’abuso fisico, psicologico, sessuale, la trascuratezza fisica, emotiva, lutti in età infantile - e malattie quali cancro, malattie al fegato, malattie cardiache, fratture scheletrisce etc.

Il corpo e la psiche si influenzano a vicenda grazie alle interconnessioni che avvengono attraverso un complesso sistema psico-neuro-immuno-endocrino. Quando questo sistema si autoregola in modo corretto, una volta passato l’evento stressante la reazione somatica si esaurisce e tutto torna come prima. Quando il meccanismo si inceppa, invece di una normale reazione allo stress possiamo sviluppare una patologia psicosomatica. Questo avviene anche perché l’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni presente nel cervello di ognuno di noi non è stato in grado di integrare le informazioni relative a quell’evento all’interno delle reti mnestiche del nostro cervello, rendendolo “digerito”. Per cui alcune persone continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente.

Questo quadro sintomatologico, che può arrivare fino a delinearsi in un Disturbo da Stress Post-Traumatico, è caratterizzato appunto dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico, continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. E’ proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza è significativa che è necessario chiedere aiuto ad uno specialista.

Nei bambini e negli adolescenti il Disturbo da stress post-traumatico può manifestarsi attraversi diversi segnali: agitazione, disturbo del sonno, vertigini, difficoltà di concentrazione, difficoltà a gestire la rabbia, intensa paura, ansia da separazione, preoccupazione diffusa.

 

COME FUNZIONA l’EMDR

L’approccio EMDR consiste nell’individuazione delle esperienze traumatiche collegate allo stato di sofferenza riscontrato dalla persona. Con l’aiuto del terapeuta, vengono rilevate le convinzioni cognitive associate ai diversi effetti sul piano emotivo e somatico.  La persona viene così guidata a eseguire dei set di movimenti oculari bilaterali che consentiranno via via al ricordo di trovare un adattamento sano all’interno della memoria.  Le tecniche di EMDR avvengono nella piena e completa coscienza della persona che in nessun momento avrà la sensazione di perdere lo stato di vigilanza.

Con i bambini in particolare il tutto avviene in un contesto di gioco. Per eseguire i movimenti oculari necessari, ad esempio, si utilizzeranno pupazzetti e paperelle luminose.

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